La Reggia di Caserta, un luogo sospeso nel tempo

Ci sono luoghi che non si visitano, si attraversano. La Reggia di Caserta è uno di questi.

Ci ero stata qualche anno fa, senza aspettarmi che mi avrebbe lasciato addosso quella sensazione di sospensione, come se il tempo, lì dentro, avesse deciso di rallentare davvero.

Le sale sono maestose, curate in ogni dettaglio, maestà e bellezza convivono senza ostentazione. Eppure, nonostante l’imponenza dell’interno, ciò che mi ha colpito di più sono stati i giardini. Forse perché lì, lontano dai marmi e dagli ori, si respira l’anima più autentica del luogo: quella della calma, della meraviglia lenta, dei passi che si fanno più leggeri man mano che ci si addentra nel verde.

Ho deciso di non prendere la navetta. Volevo camminare. Sentire la terra sotto i piedi, fermarmi ogni tanto, guardare meglio. È stato faticoso, sì, ma è quella stanchezza che rigenera.

I giardini sembrano infiniti, con statue nascoste tra gli alberi, fontane che sorprendono quando meno te lo aspetti, e giochi d’acqua che si accendono di luce in un modo che nessuna fotografia riesce davvero a raccontare. Ogni curva del viale principale regala una prospettiva diversa, e il paesaggio cambia con la lentezza di un sogno che non vuoi finire.

Sedersi su una panchina lì, con un caffè o una bottiglietta d’acqua, è come concedersi una pausa dal mondo. Ti viene voglia di restare in silenzio, solo ad ascoltare.

È un luogo che invita alla contemplazione, alla meraviglia semplice, a quel tipo di bellezza che non ha bisogno di essere capita, solo sentita.

Quando, a fine giornata, ho ripercorso il viale in senso opposto, verso l’uscita, avevo la sensazione di aver fatto molto di più di una visita: avevo camminato dentro un tempo diverso.

La Reggia di Caserta non è solo un capolavoro barocco: è un invito a rallentare, ad abitare la bellezza con lentezza e presenza.

E forse è proprio questo il suo segreto: ricordarci che la meraviglia vive nel tempo sospeso, quello in cui finalmente smettiamo di correre e iniziamo a guardare davvero.